Vincere il bullismo

Riferendosi  

a  

alcuni  

studi  

scientifici  

c'è  

una  

grande  

correlazione  

fra  

l'esperienza  

del  

bullismo  

subita  

o  

attiva,  

e  

certi  

tratti  

di  

problematicità  

di

adeguamento  

psicosociale.  

Aggressore  

e  

vittima  

patiscono  

ripercussioni  

molto  

negative,  

tanto  

da  

restare  

saldamente  

trasformati  

e  

suggestionati

nei  

rapporti  

con  

le  

altre  

persone.  

Il  

disagio  

si  

può  

palesare  

nel  

passare  

del  

tempo  

pure  

attraverso  

uno  

scarso  

rendimento  

scolastico,  

sino  

all'abuso

di  

alcol,  

fumo,  

stupefacenti  

e  

ai  

disturbi  

della  

condotta  

alimentare.  

La  

scuola  

è  

il  

contesto  

nel  

quale  

per  

la  

prima  

volta  

si  

verifica  

la  

relazione  

sociale

e  

si  

è  

membri  

di  

un  

gruppo  

ampliato,  

sprovvisti  

del  

sostegno  

della  

famiglia  

di  

origine.  

Il  

bullo  

e  

la  

sua  

vittima

  

possono  

far  

parte  

di  

qualsiasi  

classe

culturale  

e  

sociale.  

Possiedono  

entrambi  

problemi  

nel  

rapportarsi  

con  

gli  

altri  

compagni  

di  

classe  

e  

trovano  

molta  

complessità  

a  

creare  

amicizie  

e

relazioni  

di  

ogni  

tipo.  

Dimostrano,  

tuttavia  

una  

differente  

reazione  

a  

questo  

problema:  

per  

la  

vittima  

la  

"debole"  

abilità  

relazionale  

e  

sociale

solitamente  

preesiste  

agli  

stessi  

casi  

di  

bullismo,  

piuttosto  

ne  

è  

sovente  

la  

"causa";  

per  

il  

bullo,  

invece  

l'abuso  

di  

potere  

è  

il  

mezzo  

cui  

gli  

permette  

di

attirare l'attenzione su si sé.

Il bullo predatore

Molte  

volte  

la  

vittima  

viene  

scelta  

perché  

isolata  

dal  

resto  

del  

gruppo  

e  

l'aggressione  

rafforza  

questa  

condizione  

di  

emarginazione.  

Perciò,  

si  

genera

una  

situazione  

in  

cui  

la  

poca  

disponibilità  

e  

cautela  

rinvigorisce  

ancora  

di  

più  

quelle  

esperienze  

di  

emarginazione  

e  

esclusione,  

nelle  

quali  

era

ridotta  

prima.  

Contrariamente  

dalle  

opinioni  

e  

pensieri  

correnti,  

il  

bullo  

è  

membro  

di  

tutti  

i  

ceti  

culturali  

e  

sociali,  

e  

di  

conseguenza  

non  

è  

connesso

ai  

ceti  

così  

chiamati  

"emarginati".  

Molte  

volte  

quando  

ci  

riferisce  

al  

bullo  

come  

al  

"protagonista"  

del  

caso  

di  

cronaca,  

della  

notizie  

televisiva,  

eppure

scordiamo  

velocemente  

l'altro  

attore  

dell'accaduto,  

ovvero  

la  

vittima,  

che  

ha  

patito  

l'atto  

di  

bullismo  

e  

che  

ne  

resta  

fortemente  

colpita  

dal  

punto  

di

vista fisico e psicologico. 

Nel  

5°  

Rapporto  

nazionale  

sulla  

condizione  

dell'infanzia  

e  

l'adolescenza  

denota  

che  

su  

un  

campione  

di  

3800  

ragazzi  

di  

età  

compresa  

tra  

12  

e  

18

anni,  

circa  

1/3  

di  

essi  

dichiara  

che  

nel  

proprio  

istituto  

scolastico  

si  

presentano  

abituali  

atti  

di  

prepotenza  

da  

parte  

dei  

compagni  

e  

la  

metà  

circa  

del

campione  

ha  

raccontato  

di  

aver  

minacciato  

o  

picchiato  

qualcuno.  

Il  

12%  

risulta  

essere  

vittima  

di  

violenza  

fisica

  

reiterata  

da  

parte  

di  

coetanei,  

il  

20%

dice  

di  

essere  

oggetto  

di  

minacce  

da  

coetanei

  

e  

da  

ragazzi  

più  

grandi  

e  

il  

5%  

viene  

derubato.  

Il  

dato  

nascosto  

di  

eventi  

è  

significativamente  

alto,

dato  

che  

la  

vittima,  

per  

timore  

o  

per  

vergogna,  

non  

parla  

delle  

violenza  

patita.  

E  

in  

alcuni  

casi  

è  

il  

comportamento  

dei  

genitori  

stessi  

a  

trasparire

minimizzante  

in  

merito  

a  

quanto  

successo,  

qualificandolo  

come  

una  

bravata,  

connessa  

all'età  

non  

matura.  

La  

cautela,  

al  

contrario,  

non  

deve  

mai

affievolirsi  

è  

fondamentale  

discutere  

dell'accaduto,  

anche  

approfondendolo  

con  

l'ausilio  

di  

specialisti  

affinché  

un  

malessere  

psicologico  

non  

solo

non  

causi  

un  

disturbo  

vero  

e  

proprio,  

bensì  

inoltre  

per  

il  

motivo  

che  

certe  

vittime  

possono,  

per  

reazione,  

diventare  

loro  

dei  

bulli  

o  

in  

ogni  

modo

palesare più avanti negli anni aggressività auto ed etero lesiva.

Il bullismo “poco rilevante”

Il  

bullismo  

è  

formato,  

perciò,  

da  

atteggiamenti  

frequenti,  

ognuno  

dal  

più  

al  

meno  

grave  

stimolati  

da  

una  

distorta  

libertà  

di  

ledere,  

tutti  

cioè  

nocivi

della  

dignità  

degli  

altri.  

Nel  

campo  

del  

bullismo  

poco  

rilevante  

si  

inseriscono  

le  

aggressioni  

verbali-psicologiche  

alle  

quali  

aderiscono  

anche  

le

ragazze: prese in giro, offese, calunnie, insulti, ma inoltre frequenti scherzi pesanti, e violenze per mezzo di calci e pugni.

Riferendosi ad una caratterizzazione criminologica esistono tre tipologie di bullo, che descriverò di seguito.

1

.

Il  

bullo  

aggressivo,

  

inadeguatamente  

empatico,  

con  

fittizia  

buona  

stima,  

con  

comportamenti  

positivi  

nei  

riguardi  

della  

violenza,  

prepotente,

litigioso e bramoso di dominare;

2

.

L’ansioso

,  

anche  

potenziale  

vittima,  

contraddistinto  

da  

irruenza,  

ansietà,  

personalità  

debole  

e  

esitante,  

bassa  

empatia,  

a  

cui  

l'abuso  

di  

potere

serve per raggiungere la tanto desiderata attenzione altrimenti non raggiungibile;

3

.

Il  

passivo  

o  

seguace  

che  

non  

prende  

nessuna  

iniziativa,  

però  

partecipa  

o  

emotivamente  

o  

fisicamente,  

per  

poter  

essere  

membro  

anche  

lui

dei potenti.

Unisce  

questi  

tre  

gruppi  

un  

limpido  

menefreghismo  

socio-emozionale  

per  

gli  

stimoli  

ambientali,  

precursore  

di  

vuoto  

interiore  

e  

monotonia.  

I  

bulli

membri  

di  

queste  

tre  

classi  

hanno  

una  

personalità  

debole  

o  

spoglia  

di  

contenuti  

programmatici  

e  

di  

ideali,  

fragile  

ed  

incerta.  

Oltre  

a  

ciò,  

nel  

loro

vissuto   

emergono   

precedenti   

trattamenti   

aggressivi   

e   

soffocanti.   

In   

ricerche   

svolte   

negli   

USA   

emerge   

che   

questo   

tipo   

di   

bullo   

è   

portato   

a

depressione e addirittura e idee-propositi di suicidi.

Il bullismo criminale

Al  

contrario  

nel  

bullismo  

criminale  

il  

ragazzo  

diventa  

artefice  

di  

violenze  

fisiche  

brutali,  

furti  

e  

abusi  

sessuali.  

Tale  

bullo  

è  

quello  

che  

riempie  

le  

prime

pagine  

dei  

quotidiani  

e  

dei  

telegiornali.  

Per  

questa  

ragione  

oggi  

ha  

in  

aggiunta  

una  

prerogativa  

del  

crimine  

compiuto  

da  

minori.  

Una  

ricerca

sociologica ha tentato di descrivere la cause che faciliterebbero la violenza negli adolescenti, che sono:

1

.

Soggetto: sesso maschile, iniziazione prematura alla violenza e tendenza alla violenza, spaccio di droga, iperattività, atteggiamenti di sfida;

2

.

Fattori  

familiari:  

criminalità  

delle  

figure  

genitoriali,  

violenza  

dei  

genitori,  

dissidi  

familiari,  

ripetuti  

cambi  

del  

luogo  

di  

residenza  

gestione

familiare scarsamente consona, inclinazione dei genitori alla violenza;

3

.

Scuola: insufficiente rendimento, continui cambi di istituto scolastico, scarso interesse, carente motivazione allo studio;

4

.

Coetanei: appartenenza a una gang, criminalità degli amici, dei fratelli;

5

.

Ambiente  

sociale:  

carenti  

relazioni  

con  

vicinato,  

scarsa  

possibilità  

economiche,  

adulti  

criminali  

nel  

vicinato,  

disorganizzazione  

familiare,

accesso a sostanze.

STUDIO MILANO Riceve su appuntamento DOTT. STEFANO BECAGLI Via Domenico Millelire  Milano (Zona San Siro) Dista 950 metri dalla fermata PRIMATICCIO linea M1 (ROSSA) Bus: 63/64 E’ possibile richiedere un appuntamento ai seguenti contatti: Telefono: 349 3810997 e-mail: info@stefanobecagli.it
      

Vincere il bullismo

Riferendosi    

a    

alcuni    

studi    

scientifici    

c'è    

una

grande  

correlazione  

fra  

l'esperienza  

del  

bullismo

subita  

o  

attiva,  

e  

certi  

tratti  

di  

problematicità  

di

adeguamento  

psicosociale.  

Aggressore  

e  

vittima

patiscono  

ripercussioni  

molto  

negative,  

tanto  

da

restare   

saldamente   

trasformati   

e   

suggestionati

nei  

rapporti  

con  

le  

altre  

persone.  

Il  

disagio  

si  

può

palesare  

nel  

passare  

del  

tempo  

pure  

attraverso

uno  

scarso  

rendimento  

scolastico,  

sino  

all'abuso

di   

alcol,   

fumo,   

stupefacenti   

e   

ai   

disturbi   

della

condotta  

alimentare.  

La  

scuola  

è  

il  

contesto  

nel

quale  

per  

la  

prima  

volta  

si  

verifica  

la  

relazione

sociale   

e   

si   

è   

membri   

di   

un   

gruppo   

ampliato,

sprovvisti  

del  

sostegno  

della  

famiglia  

di  

origine.  

Il

bullo   

e   

la   

sua   

vittima

   

possono   

far   

parte   

di

qualsiasi   

classe   

culturale   

e   

sociale.   

Possiedono

entrambi   

problemi   

nel   

rapportarsi   

con   

gli   

altri

compagni  

di  

classe  

e  

trovano  

molta  

complessità  

a

creare     

amicizie     

e     

relazioni     

di     

ogni     

tipo.

Dimostrano,   

tuttavia   

una   

differente   

reazione   

a

questo  

problema:  

per  

la  

vittima  

la  

"debole"  

abilità

relazionale   

e   

sociale   

solitamente   

preesiste   

agli

stessi  

casi  

di  

bullismo,  

piuttosto  

ne  

è  

sovente  

la

"causa";  

per  

il  

bullo,  

invece  

l'abuso  

di  

potere  

è  

il

mezzo  

cui  

gli  

permette  

di  

attirare  

l'attenzione  

su

si sé.

Il bullo predatore

Molte  

volte  

la  

vittima  

viene  

scelta  

perché  

isolata

dal   

resto   

del   

gruppo   

e   

l'aggressione   

rafforza

questa   

condizione   

di   

emarginazione.   

Perciò,   

si

genera  

una  

situazione  

in  

cui  

la  

poca  

disponibilità

e    

cautela    

rinvigorisce    

ancora    

di    

più    

quelle

esperienze  

di  

emarginazione  

e  

esclusione,  

nelle

quali   

era   

ridotta   

prima.   

Contrariamente   

dalle

opinioni  

e  

pensieri  

correnti,  

il  

bullo  

è  

membro  

di

tutti  

i  

ceti  

culturali  

e  

sociali,  

e  

di  

conseguenza  

non

è   

connesso   

ai   

ceti   

così   

chiamati   

"emarginati".

Molte  

volte  

quando  

ci  

riferisce  

al  

bullo  

come  

al

"protagonista"  

del  

caso  

di  

cronaca,  

della  

notizie

televisiva,  

eppure  

scordiamo  

velocemente  

l'altro

attore   

dell'accaduto,   

ovvero   

la   

vittima,   

che   

ha

patito  

l'atto  

di  

bullismo  

e  

che  

ne  

resta  

fortemente

colpita dal punto di vista fisico e psicologico. 

Nel    

5°    

Rapporto    

nazionale    

sulla    

condizione

dell'infanzia   

e   

l'adolescenza   

denota   

che   

su   

un

campione  

di  

3800  

ragazzi  

di  

età  

compresa  

tra  

12

e   

18   

anni,   

circa   

1/3   

di   

essi   

dichiara   

che   

nel

proprio  

istituto  

scolastico  

si  

presentano  

abituali

atti   

di   

prepotenza   

da   

parte   

dei   

compagni   

e   

la

metà  

circa  

del  

campione  

ha  

raccontato  

di  

aver

minacciato   

o   

picchiato   

qualcuno.   

Il   

12%   

risulta

essere   

vittima   

di   

violenza   

fisica

   

reiterata   

da

parte  

di  

coetanei,  

il  

20%  

dice  

di  

essere  

oggetto  

di

minacce  

da  

coetanei

  

e  

da  

ragazzi  

più  

grandi  

e  

il

5%  

viene  

derubato.  

Il  

dato  

nascosto  

di  

eventi  

è

significativamente  

alto,  

dato  

che  

la  

vittima,  

per

timore  

o  

per  

vergogna,  

non  

parla  

delle  

violenza

patita.  

E  

in  

alcuni  

casi  

è  

il  

comportamento  

dei

genitori    

stessi    

a    

trasparire    

minimizzante    

in

merito  

a  

quanto  

successo,  

qualificandolo  

come

una   

bravata,   

connessa   

all'età   

non   

matura.   

La

cautela,  

al  

contrario,  

non  

deve  

mai  

affievolirsi  

è

fondamentale    

discutere    

dell'accaduto,    

anche

approfondendolo     

con     

l'ausilio     

di     

specialisti

affinché  

un  

malessere  

psicologico  

non  

solo  

non

causi   

un   

disturbo   

vero   

e   

proprio,   

bensì   

inoltre

per   

il   

motivo   

che   

certe   

vittime   

possono,   

per

reazione,  

diventare  

loro  

dei  

bulli  

o  

in  

ogni  

modo

palesare  

più  

avanti  

negli  

anni  

aggressività  

auto

ed etero lesiva.

Il bullismo “poco rilevante”

Il   

bullismo   

è   

formato,   

perciò,   

da   

atteggiamenti

frequenti,  

ognuno  

dal  

più  

al  

meno  

grave  

stimolati

da  

una  

distorta  

libertà  

di  

ledere,  

tutti  

cioè  

nocivi

della  

dignità  

degli  

altri.  

Nel  

campo  

del  

bullismo

poco    

rilevante    

si    

inseriscono    

le    

aggressioni

verbali-psicologiche  

alle  

quali  

aderiscono  

anche

le  

ragazze:  

prese  

in  

giro,  

offese,  

calunnie,  

insulti,

ma  

inoltre  

frequenti  

scherzi  

pesanti,  

e  

violenze

per mezzo di calci e pugni.

Riferendosi         

ad         

una         

caratterizzazione

criminologica  

esistono  

tre  

tipologie  

di  

bullo,  

che

descriverò di seguito.

1

.

Il     

bullo     

aggressivo,

     

inadeguatamente

empatico,   

con   

fittizia   

buona   

stima,   

con

comportamenti   

positivi   

nei   

riguardi   

della

violenza,  

prepotente,  

litigioso  

e  

bramoso  

di

dominare;

2

.

L’ansioso

,      

anche      

potenziale      

vittima,

contraddistinto      

da      

irruenza,      

ansietà,

personalità     

debole     

e     

esitante,     

bassa

empatia,  

a  

cui  

l'abuso  

di  

potere  

serve  

per

raggiungere  

la  

tanto  

desiderata  

attenzione

altrimenti non raggiungibile;

3

.

Il   

passivo   

o   

seguace   

che   

non   

prende

nessuna     

iniziativa,     

però     

partecipa     

o

emotivamente    

o    

fisicamente,    

per    

poter

essere membro anche lui dei potenti.

Unisce       

questi       

tre       

gruppi       

un       

limpido

menefreghismo  

socio-emozionale  

per  

gli  

stimoli

ambientali,    

precursore    

di    

vuoto    

interiore    

e

monotonia.   

I   

bulli   

membri   

di   

queste   

tre   

classi

hanno    

una    

personalità    

debole    

o    

spoglia    

di

contenuti   

programmatici   

e   

di   

ideali,   

fragile   

ed

incerta.   

Oltre   

a   

ciò,   

nel   

loro   

vissuto   

emergono

precedenti  

trattamenti  

aggressivi  

e  

soffocanti.  

In

ricerche  

svolte  

negli  

USA  

emerge  

che  

questo  

tipo

di  

bullo  

è  

portato  

a  

depressione  

e  

addirittura  

e

idee-propositi di suicidi.

Il bullismo criminale

Al   

contrario   

nel   

bullismo   

criminale   

il   

ragazzo

diventa  

artefice  

di  

violenze  

fisiche  

brutali,  

furti  

e

abusi  

sessuali.  

Tale  

bullo  

è  

quello  

che  

riempie  

le

prime  

pagine  

dei  

quotidiani  

e  

dei  

telegiornali.  

Per

questa     

ragione     

oggi     

ha     

in     

aggiunta     

una

prerogativa  

del  

crimine  

compiuto  

da  

minori.  

Una

ricerca   

sociologica   

ha   

tentato   

di   

descrivere   

la

cause    

che    

faciliterebbero    

la    

violenza    

negli

adolescenti, che sono:

1

.

Soggetto:      

sesso      

maschile,      

iniziazione

prematura   

alla   

violenza   

e   

tendenza   

alla

violenza,    

spaccio    

di    

droga,    

iperattività,

atteggiamenti di sfida;

2

.

Fattori    

familiari:    

criminalità    

delle    

figure

genitoriali,    

violenza    

dei    

genitori,    

dissidi

familiari,    

ripetuti    

cambi    

del    

luogo    

di

residenza   

gestione   

familiare   

scarsamente

consona,    

inclinazione    

dei    

genitori    

alla

violenza;

3

.

Scuola:   

insufficiente   

rendimento,   

continui

cambi      

di      

istituto      

scolastico,      

scarso

interesse, carente motivazione allo studio;

4

.

Coetanei:     

appartenenza     

a     

una     

gang,

criminalità degli amici, dei fratelli;

5

.

Ambiente    

sociale:    

carenti    

relazioni    

con

vicinato,    

scarsa    

possibilità    

economiche,

adulti           

criminali           

nel           

vicinato,

disorganizzazione     

familiare,     

accesso     

a

sostanze.

STUDIO MILANO Riceve su appuntamento DOTT. STEFANO BECAGLI Via Domenico Millelire  Milano (Zona San Siro) Dista 950 metri dalla fermata PRIMATICCIO linea M1 (ROSSA) Bus: 63/64 E’ possibile richiedere un appuntamento ai seguenti contatti: Telefono: 349 3810997 e-mail: info@stefanobecagli.it
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© Copyright Dott. Stefano Becagli - Psicologo Clinico e dello Sport - Riceve in Via Domenico Millelire a Milano - Tel. 349 3810997 
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