Overtraining sindrome (La sindrome da sport compulsivo)

Spesso  

e  

volentieri  

i  

mass  

media  

informano  

su  

quanto  

sia  

positivo  

e  

utile  

praticare  

un’

attività  

sportiva

.  

Ogni  

anno  

vi  

è  

un  

incremento  

di  

corsi  

di

fitness e di aperture di nuovi centri sportivi.

Da  

sempre  

lo  

sport  

viene  

descritto  

come  

un  

metodo  

naturale  

di  

supporto  

alla  

salute,  

sia  

in  

ottica  

preventiva  

che  

di  

intervento  

contro  

problematiche

psicologiche, fisiche e sociali.

Lo sport comporta dei rischi?

Come  

accade  

anche  

per  

altre  

esperienza  

della  

nostra  

vita,  

il  

rischio  

è  

sempre  

dietro  

l’angolo,  

ovvero  

si  

può  

ottenere  

l’effetto  

contrario,  

che

ovviamente non è quello che ci si augura quando ci si avvicina ad una pratica sportiva.

Queste   

situazioni   

sono   

definite   

sovrallenamento,   

oppure   

in   

casi   

ancora   

più   

estremi   

si   

parla   

Overtraining   

sindrome   

(Sindrome   

da   

sport

compulsivo)

,  

cioè  

quella  

condizione  

fisiologica  

di  

squilibrio  

che  

deriva  

da  

sforzi  

fisici  

intensi  

e  

troppo  

ravvicinati  

che  

non  

permettono  

all’organismo

un recupero energetico e neurobiologico e quindi la possibilità di smaltire lo sforzo, ricaricandosi a livello fisico e psicologico (Cascua S, 2004).

In  

tali  

circostanze  

lo  

sport  

perde  

il  

valore  

di  

attività  

piacevole,  

di  

essere  

un  

momento  

personale  

in  

cui  

è  

possibile  

mantenersi  

in  

forma  

e  

di  

eliminare

le tensioni quotidiane, bensì si tramuta in un’ossessione, fino ad assumere i tratti di una dipendenza.

Da  

alcuni  

studi  

emerge  

che  

come  

avviene  

per  

le  

altre  

tipologie  

di  

dipendenza  

(alcol,  

sostanze  

stupefacenti,  

gioco  

d’azzardo,  

ecc.)  

ugualmente  

la

dipendenza  

dallo  

sport  

è  

contraddistinta  

da  

una  

sintomatologia  

ben  

definita.  

Si  

tratta  

di  

una  

sintomatologia  

non  

connessa  

unicamente  

con  

il  

tempo

che viene impiegato nella pratica sportiva, bensì inoltre di ricadute in negativo sulla vita familiare, sociale e professionale dell’individuo.

Le aree che subiscono maggiori ricadute negative sono quelle psicofisiche e comportamentali.

Nell’area  

sportiva  

si  

comincia  

a  

non  

decodificare  

correttamente  

i  

segnali  

inviati  

dal  

corpo.  

Per  

esempio  

l’affaticamento  

fisico  

è  

percepito  

come  

un

limite  

da  

superare  

e  

non  

come  

un  

segnale  

di  

allarme.  

Nei  

casi  

più  

complessi  

possono  

comparire  

anche  

sintomi  

di  

astinenza  

sportiva,  

come  

per

esempio disturbi del sonno, tachicardie, ansia generalizzata.

Come  

se  

ciò  

non  

fosse  

sufficiente  

le  

persone  

affette  

da  

Overtraining  

preferiscono  

allenarsi  

in  

condizioni  

climatiche  

estreme  

(es.  

alte  

temperature  

e

sotto  

il  

sole).  

Non  

sono  

così  

infrequenti  

anche  

disturbi  

alimentari  

(bulimia,  

anoressia)  

o  

diverse  

condotte  

per  

il  

controllo  

alimentare  

con  

diete  

e

eccessivo utilizzo di integratori alimentari.

Purtroppo tali comportamenti stanno prendendo sempre più piede.

La  

consueta  

presenza  

di  

bulimia  

e  

anoressia  

connesse  

alla  

dipendenza  

alla  

pratica  

sportiva  

e  

potenziate  

dalle  

medesime  

ragioni  

di  

controllo  

del

peso e dell’aspetto fisico sono presenti in particolare nelle donne.

Negli  

uomini  

le  

ragioni  

alla  

base  

della  

dipendenza  

alla  

pratica  

sportiva,  

se  

connesse  

al  

controllo  

dell’immagine  

del  

proprio  

corpo,  

portano  

a  

“galla”  

il

problema  

di  

quella  

che  

viene  

definita  

anoressia  

inversa,  

cioè  

quel  

timore  

patologico,  

che  

si  

ritrova  

frequentemente  

in  

chi  

pratica  

bodybuilding,  

di

diventare troppo magri, e sottosviluppati a livello muscolare.

In  

entrambi  

i  

generi  

sessuali  

il  

punto  

di  

incontro  

riguarda  

l’esistenza  

di  

un  

comportamento  

di  

ipercontrollo  

dell’alimentazione  

unito  

alla  

dipendenza

da allenamento.

Lo sport come droga

Come  

è  

accaduto  

per  

lo  

studio  

delle  

altre  

forme  

di  

dipendenza  

anche  

per  

lo  

sport  

sono  

state  

svolte  

numerose  

ricerche.  

Tanti  

studi  

hanno  

tentato  

di

definire  

quali  

meccanismi  

neurobiologici  

sono  

coinvolti  

nel  

mutamento  

dello  

sport  

in  

un  

farmaco  

che  

può  

facilitare,  

in  

giuste  

quantità,  

a  

superare

disagi  

psicologici  

cronici  

su  

base  

organica  

come  

depressione  

ed  

ansia,  

bensì  

che  

può  

essere  

inoltre  

una  

droga  

in  

grado  

di  

causare  

piacere,  

come

anche far vivere sintomi di astinenza fisica.

Si  

trovano  

similitudini  

con  

gli  

oppioidi  

esogeni,  

come  

eroina  

e  

morfina,  

perché  

anche  

la  

pratica  

sportiva  

è  

in  

grado  

di  

attivare  

la  

disponibilità  

della

dopamina e delle endorfine che sono sostanze chimiche endogene del cervello.

Pertanto  

l’ipotesi  

che  

ne  

era  

conseguita  

è  

che  

lo  

sport,  

in  

particolar  

modo  

quello  

aerobico,  

può  

essere  

in  

grado  

di  

attivare  

la  

dipendenza  

grazie  

alla

sua capacità di rinforzare l’alta disponibilità di tali sostanze di cui il cervello legge la mancanza per mezzo dei sintomi dell’astinenza.

La  

dipendenza  

nello  

sport  

è  

diversa  

da  

quella  

per  

le  

sostanza  

stupefacenti,  

proprio  

perché  

queste  

ultime  

sono  

socialmente  

non  

accettate.  

Nel  

caso

dello  

sport  

compulsivo  

la  

dipendenza  

che  

si  

viene  

a  

creare  

è  

per  

qualcosa  

che  

la  

stessa  

società  

reputa  

come  

salutare  

e  

positiva.  

Questo  

rende  

ancor

più  

difficile  

per  

la  

persona  

accorgersi  

che  

qualcosa  

non  

va  

più  

come  

prima.  

Come  

succede  

anche  

per  

le  

altre  

forme  

di  

dipendenza  

l’individuo  

non

sempre  

è  

in  

grado  

da  

solo  

di  

accorgersi  

di  

avere  

un  

problema  

e  

vivere  

un  

disagio.  

Perciò  

è  

fondamentale  

che  

chi  

è  

vicino  

a  

loro  

dedichi  

molta

attenzione ai cambiamenti negli stili di vita.

Quali sono gli sport più rischiosi per l’Overtraining?

Sono  

stati  

distinti  

alcuni  

sport  

che,  

maggiormente  

ad  

altri,  

possono  

facilitare  

lo  

sviluppo  

della  

Overtraining  

sindrome.  

Ad  

esempio  

ciclismo,  

body

building,  

nuoto,  

corsa.  

Come  

ovvio,  

per  

quanto  

non  

tutti  

gli  

sportivi  

che  

praticano  

questi  

sport  

manifestano  

una  

sindrome  

da  

Overtraining,  

gli  

ultimi

studi   

in   

proposito   

hanno   

messo   

in   

luce   

come   

le   

peculiarità   

proprie   

di   

queste   

attività   

sportive   

connesse   

a   

particolari   

personalità   

votate   

al

perfezionismo  

o  

alla  

ricerca  

di  

un  

ottimo  

livello  

di  

autostima,  

agevolino  

il  

manifestarsi  

del  

problema.  

Sono  

sport  

aerobici  

individuali  

nei  

quali  

è

necessario impegno, concentrazione, forza, esercizio e molta costanza.

Quali fattori possono far insorgere l’Overtraining?

Da  

un  

punto  

di  

vista  

psicologico,  

l’Overtraining  

sindrome  

può  

essere  

causata  

da  

diversi  

fattori,  

fra  

i  

quali:precedenti  

performance  

negative  

che  

non

sono   

state   

affrontate   

in   

modo   

adeguato   

ed   

elaborate,   

non   

perfetta   

gestione   

di   

ansia   

e   

stress,   

aspettative   

elevate,   

mancanza   

di   

analisi   

ed

interpretazione  

del  

profilo  

emozionale  

dell’atleta,  

uso  

di  

self  

talk  

negativo  

che  

pone  

l’attenzione  

su  

ciò  

che  

è  

assente  

piuttosto  

che  

sulle  

risorse

presenti nell’atleta, propensione a rimuginare.

Si può prevenire l’Overtraining?

La prevenzione come sempre può essere un buono strumento oltre che un ottimo alleato.

La  

psicologia  

dello  

sport  

dimostra  

che  

per  

un  

atleta  

sono  

fondamentali  

gli  

obiettivi  

da  

porsi,  

ma  

questi  

da  

soli  

non  

bastano,  

occorre  

tenere  

sempre

ben presenti i limiti. Questo non vuol dire arrendersi, tutt’altro.

Per  

prima  

cosa  

gli  

obiettivi  

devono  

sempre  

essere  

realistici  

e  

ben  

calibrati  

sulla  

base  

del  

livello  

di  

allenamento.  

Porsi  

obiettivi  

irraggiungibili  

è  

molto

rischioso,  

perché  

nel  

caso  

questi  

non  

vengano  

raggiunti,  

si  

può  

andare  

incontro  

a  

rabbia  

e  

frustrazione  

per  

non  

essere  

stati  

in  

grado  

di  

raggiungere

tali traguardi.

E’  

vero  

che  

nell’allenamento  

è  

fondamentale  

la  

costanza,  

bensì  

è  

in  

altro  

modo  

utile  

anche  

il  

procedere  

per  

gradi,  

rispettando  

le  

tempistiche  

e  

i  

limiti

del  

proprio  

corpo.  

Pertanto  

è  

importantissimo  

il  

ruolo  

giocato  

dal  

recupero  

dopo  

un  

allenamento,  

questo  

aiuta  

anche  

a  

conoscersi  

meglio  

e  

a

rispettare sé stessi.

Nelle  

situazioni  

di  

Overtraining,  

di  

frequente,  

il  

primo  

intervento  

prevede  

la  

riduzione  

o  

la  

sospensione  

dell’attività  

fisica.  

Questo  

è  

utile  

per

permettere  

il  

pieno  

recupero  

a  

livello  

fisico.  

Parallelamente  

è  

necessario  

intervenire  

anche  

sul  

versante  

psicologico  

per  

comprendere  

il  

modo  

in  

cui

l’atleta  

percepisce  

sé  

stessa  

e  

il  

proprio  

corpo,  

quale  

significato  

e  

importanza  

riveste  

lo  

sport  

per  

quella  

persona,  

sia  

a  

livello  

sociale  

che  

individuale.

E’  

per  

tale  

ragione  

che  

questo  

tipo  

di  

intervento  

deve  

per  

prima  

cosa  

puntare  

a  

ridare  

il  

giusto  

posto  

al  

corpo,  

aiutando  

a  

trovare  

nuovamente  

il

proprio  

ritmo  

e  

le  

potenzialità  

dell’organismo  

per  

mezzo  

del  

recupero  

del  

significato  

più  

vero  

e  

puro  

dello  

sport:  

quello  

di  

permettere  

la  

positiva

espressione del più autentico e profondo Sé, inoltre attraverso la propria immagine esteriore.

Come si interviene per superare l’Overtraining?

L’Overtraining  

si  

palesa  

quando  

il  

sovraffaticamento  

generale  

avvertito  

unicamente  

in  

alcune  

zone  

del  

corpo,  

non  

viene  

sin  

da  

subito  

affrontata  

sia

a livello fisico che mentale.

L’utilizzo   

di   

tecniche   

di   

rilassamento   

che   

possono   

stimolare   

la   

consapevolezza   

dello   

sportivo   

circa   

la   

sensazioni   

corporee   

e   

emotive   

che

accompagnano  

lo  

stato  

di  

affaticamento  

eccessivo,  

è  

in  

grado,  

quindi,  

di  

stimolare  

il  

riposo  

psicologico  

ed  

il  

recupero  

del  

benessere  

psico-fisico

dell’atleta agendo contro lo stress.

Inoltre  

un  

buon  

intervento  

può  

essere  

in  

grado  

di  

aiutare  

a  

realizzare  

che,  

per  

quanto  

lo  

sport  

sia  

fondamentale  

e  

utile,  

vi  

sono  

anche  

altri  

aspetti

nella vita che lo sono ugualmente come: la famiglia, il lavoro, le relazioni sociali ecc.

STUDIO MILANO Riceve su appuntamento DOTT. STEFANO BECAGLI Via Domenico Millelire  Milano (Zona San Siro) Dista 950 metri dalla fermata PRIMATICCIO linea M1 (ROSSA) Bus: 63/64 E’ possibile richiedere un appuntamento ai seguenti contatti: Telefono: 349 3810997 e-mail: info@stefanobecagli.it
      

Overtraining       

sindrome       

(La

sindrome da sport compulsivo)

Spesso  

e  

volentieri  

i  

mass  

media  

informano  

su

quanto  

sia  

positivo  

e  

utile  

praticare  

un’

attività

sportiva

.  

Ogni  

anno  

vi  

è  

un  

incremento  

di  

corsi

di fitness e di aperture di nuovi centri sportivi.

Da   

sempre   

lo   

sport   

viene   

descritto   

come   

un

metodo  

naturale  

di  

supporto  

alla  

salute,  

sia  

in

ottica     

preventiva     

che     

di     

intervento     

contro

problematiche psicologiche, fisiche e sociali.

Lo sport comporta dei rischi?

Come   

accade   

anche   

per   

altre   

esperienza   

della

nostra   

vita,   

il   

rischio   

è   

sempre   

dietro   

l’angolo,

ovvero   

si   

può   

ottenere   

l’effetto   

contrario,   

che

ovviamente  

non  

è  

quello  

che  

ci  

si  

augura  

quando

ci si avvicina ad una pratica sportiva.

Queste  

situazioni  

sono  

definite  

sovrallenamento,

oppure    

in    

casi    

ancora    

più    

estremi    

si    

parla

Overtraining   

sindrome   

(Sindrome   

da   

sport

compulsivo)

,  

cioè  

quella  

condizione  

fisiologica  

di

squilibrio   

che   

deriva   

da   

sforzi   

fisici   

intensi   

e

troppo      

ravvicinati      

che      

non      

permettono

all’organismo      

un      

recupero      

energetico      

e

neurobiologico  

e  

quindi  

la  

possibilità  

di  

smaltire

lo     

sforzo,     

ricaricandosi     

a     

livello     

fisico     

e

psicologico (Cascua S, 2004).

In   

tali   

circostanze   

lo   

sport   

perde   

il   

valore   

di

attività     

piacevole,     

di     

essere     

un     

momento

personale  

in  

cui  

è  

possibile  

mantenersi  

in  

forma

e   

di   

eliminare   

le   

tensioni   

quotidiane,   

bensì   

si

tramuta   

in   

un’ossessione,   

fino   

ad   

assumere   

i

tratti di una dipendenza.

Da  

alcuni  

studi  

emerge  

che  

come  

avviene  

per  

le

altre   

tipologie   

di   

dipendenza   

(alcol,   

sostanze

stupefacenti,  

gioco  

d’azzardo,  

ecc.)  

ugualmente  

la

dipendenza  

dallo  

sport  

è  

contraddistinta  

da  

una

sintomatologia   

ben   

definita.   

Si   

tratta   

di   

una

sintomatologia  

non  

connessa  

unicamente  

con  

il

tempo  

che  

viene  

impiegato  

nella  

pratica  

sportiva,

bensì   

inoltre   

di   

ricadute   

in   

negativo   

sulla   

vita

familiare, sociale e professionale dell’individuo.

Le  

aree  

che  

subiscono  

maggiori  

ricadute  

negative

sono quelle psicofisiche e comportamentali.

Nell’area  

sportiva  

si  

comincia  

a  

non  

decodificare

correttamente   

i   

segnali   

inviati   

dal   

corpo.   

Per

esempio  

l’affaticamento  

fisico  

è  

percepito  

come

un  

limite  

da  

superare  

e  

non  

come  

un  

segnale  

di

allarme.     

Nei     

casi     

più     

complessi     

possono

comparire   

anche   

sintomi   

di   

astinenza   

sportiva,

come      

per      

esempio      

disturbi      

del      

sonno,

tachicardie, ansia generalizzata.

Come   

se   

ciò   

non   

fosse   

sufficiente   

le   

persone

affette  

da  

Overtraining  

preferiscono  

allenarsi  

in

condizioni       

climatiche       

estreme       

(es.       

alte

temperature   

e   

sotto   

il   

sole).   

Non   

sono   

così

infrequenti   

anche   

disturbi   

alimentari   

(bulimia,

anoressia)   

o   

diverse   

condotte   

per   

il   

controllo

alimentare    

con    

diete    

e    

eccessivo    

utilizzo    

di

integratori alimentari.

Purtroppo  

tali  

comportamenti  

stanno  

prendendo

sempre più piede.

La   

consueta   

presenza   

di   

bulimia   

e   

anoressia

connesse  

alla  

dipendenza  

alla  

pratica  

sportiva  

e

potenziate   

dalle   

medesime   

ragioni   

di   

controllo

del   

peso   

e   

dell’aspetto   

fisico   

sono   

presenti   

in

particolare nelle donne.

Negli  

uomini  

le  

ragioni  

alla  

base  

della  

dipendenza

alla   

pratica   

sportiva,   

se   

connesse   

al   

controllo

dell’immagine  

del  

proprio  

corpo,  

portano  

a  

“galla”

il  

problema  

di  

quella  

che  

viene  

definita  

anoressia

inversa,  

cioè  

quel  

timore  

patologico,  

che  

si  

ritrova

frequentemente   

in   

chi   

pratica   

bodybuilding,   

di

diventare  

troppo  

magri,  

e  

sottosviluppati  

a  

livello

muscolare.

In  

entrambi  

i  

generi  

sessuali  

il  

punto  

di  

incontro

riguarda    

l’esistenza    

di    

un    

comportamento    

di

ipercontrollo       

dell’alimentazione       

unito       

alla

dipendenza da allenamento.

Lo sport come droga

Come  

è  

accaduto  

per  

lo  

studio  

delle  

altre  

forme

di   

dipendenza   

anche   

per   

lo   

sport   

sono   

state

svolte    

numerose    

ricerche.    

Tanti    

studi    

hanno

tentato        

di        

definire        

quali        

meccanismi

neurobiologici    

sono    

coinvolti    

nel    

mutamento

dello  

sport  

in  

un  

farmaco  

che  

può  

facilitare,  

in

giuste    

quantità,    

a    

superare    

disagi    

psicologici

cronici   

su   

base   

organica   

come   

depressione   

ed

ansia,  

bensì  

che  

può  

essere  

inoltre  

una  

droga  

in

grado  

di  

causare  

piacere,  

come  

anche  

far  

vivere

sintomi di astinenza fisica.

Si   

trovano   

similitudini   

con   

gli   

oppioidi   

esogeni,

come  

eroina  

e  

morfina,  

perché  

anche  

la  

pratica

sportiva   

è   

in   

grado   

di   

attivare   

la   

disponibilità

della    

dopamina    

e    

delle    

endorfine    

che    

sono

sostanze chimiche endogene del cervello.

Pertanto  

l’ipotesi  

che  

ne  

era  

conseguita  

è  

che  

lo

sport,   

in   

particolar   

modo   

quello   

aerobico,   

può

essere  

in  

grado  

di  

attivare  

la  

dipendenza  

grazie

alla  

sua  

capacità  

di  

rinforzare  

l’alta  

disponibilità  

di

tali  

sostanze  

di  

cui  

il  

cervello  

legge  

la  

mancanza

per mezzo dei sintomi dell’astinenza.

La  

dipendenza  

nello  

sport  

è  

diversa  

da  

quella  

per

le  

sostanza  

stupefacenti,  

proprio  

perché  

queste

ultime  

sono  

socialmente  

non  

accettate.  

Nel  

caso

dello  

sport  

compulsivo  

la  

dipendenza  

che  

si  

viene

a   

creare   

è   

per   

qualcosa   

che   

la   

stessa   

società

reputa  

come  

salutare  

e  

positiva.  

Questo  

rende

ancor  

più  

difficile  

per  

la  

persona  

accorgersi  

che

qualcosa  

non  

va  

più  

come  

prima.  

Come  

succede

anche  

per  

le  

altre  

forme  

di  

dipendenza  

l’individuo

non  

sempre  

è  

in  

grado  

da  

solo  

di  

accorgersi  

di

avere  

un  

problema  

e  

vivere  

un  

disagio.  

Perciò  

è

fondamentale   

che   

chi   

è   

vicino   

a   

loro   

dedichi

molta attenzione ai cambiamenti negli stili di vita.

Quali     

sono     

gli     

sport     

più     

rischiosi     

per

l’Overtraining?

Sono  

stati  

distinti  

alcuni  

sport  

che,  

maggiormente

ad    

altri,    

possono    

facilitare    

lo    

sviluppo    

della

Overtraining    

sindrome.    

Ad    

esempio    

ciclismo,

body   

building,   

nuoto,   

corsa.   

Come   

ovvio,   

per

quanto  

non  

tutti  

gli  

sportivi  

che  

praticano  

questi

sport  

manifestano  

una  

sindrome  

da  

Overtraining,

gli  

ultimi  

studi  

in  

proposito  

hanno  

messo  

in  

luce

come   

le   

peculiarità   

proprie   

di   

queste   

attività

sportive  

connesse  

a  

particolari  

personalità  

votate

al  

perfezionismo  

o  

alla  

ricerca  

di  

un  

ottimo  

livello

di    

autostima,    

agevolino    

il    

manifestarsi    

del

problema.   

Sono   

sport   

aerobici   

individuali   

nei

quali    

è    

necessario    

impegno,    

concentrazione,

forza, esercizio e molta costanza.

Quali       

fattori       

possono       

far       

insorgere

l’Overtraining?

Da  

un  

punto  

di  

vista  

psicologico,  

l’Overtraining

sindrome  

può  

essere  

causata  

da  

diversi  

fattori,

fra  

i  

quali:precedenti  

performance  

negative  

che

non  

sono  

state  

affrontate  

in  

modo  

adeguato  

ed

elaborate,  

non  

perfetta  

gestione  

di  

ansia  

e  

stress,

aspettative    

elevate,    

mancanza    

di    

analisi    

ed

interpretazione  

del  

profilo  

emozionale  

dell’atleta,

uso  

di  

self  

talk  

negativo  

che  

pone  

l’attenzione  

su

ciò   

che   

è   

assente   

piuttosto   

che   

sulle   

risorse

presenti nell’atleta, propensione a rimuginare.

Si può prevenire l’Overtraining?

La   

prevenzione   

come   

sempre   

può   

essere   

un

buono strumento oltre che un ottimo alleato.

La  

psicologia  

dello  

sport  

dimostra  

che  

per  

un

atleta  

sono  

fondamentali  

gli  

obiettivi  

da  

porsi,  

ma

questi    

da    

soli    

non    

bastano,    

occorre    

tenere

sempre  

ben  

presenti  

i  

limiti.  

Questo  

non  

vuol  

dire

arrendersi, tutt’altro.

Per    

prima    

cosa    

gli    

obiettivi    

devono    

sempre

essere   

realistici   

e   

ben   

calibrati   

sulla   

base   

del

livello        

di        

allenamento.        

Porsi        

obiettivi

irraggiungibili  

è  

molto  

rischioso,  

perché  

nel  

caso

questi   

non   

vengano   

raggiunti,   

si   

può   

andare

incontro  

a  

rabbia  

e  

frustrazione  

per  

non  

essere

stati in grado di raggiungere tali traguardi.

E’  

vero  

che  

nell’allenamento  

è  

fondamentale  

la

costanza,   

bensì   

è   

in   

altro   

modo   

utile   

anche   

il

procedere  

per  

gradi,  

rispettando  

le  

tempistiche  

e

i      

limiti      

del      

proprio      

corpo.      

Pertanto      

è

importantissimo   

il   

ruolo   

giocato   

dal   

recupero

dopo   

un   

allenamento,   

questo   

aiuta   

anche   

a

conoscersi meglio e a rispettare sé stessi.

Nelle  

situazioni  

di  

Overtraining,  

di  

frequente,  

il

primo    

intervento    

prevede    

la    

riduzione    

o    

la

sospensione  

dell’attività  

fisica.  

Questo  

è  

utile  

per

permettere   

il   

pieno   

recupero   

a   

livello   

fisico.

Parallelamente  

è  

necessario  

intervenire  

anche  

sul

versante  

psicologico  

per  

comprendere  

il  

modo  

in

cui  

l’atleta  

percepisce  

sé  

stessa  

e  

il  

proprio  

corpo,

quale  

significato  

e  

importanza  

riveste  

lo  

sport  

per

quella     

persona,     

sia     

a     

livello     

sociale     

che

individuale.  

E’  

per  

tale  

ragione  

che  

questo  

tipo  

di

intervento  

deve  

per  

prima  

cosa  

puntare  

a  

ridare

il   

giusto   

posto   

al   

corpo,   

aiutando   

a   

trovare

nuovamente   

il   

proprio   

ritmo   

e   

le   

potenzialità

dell’organismo    

per    

mezzo    

del    

recupero    

del

significato  

più  

vero  

e  

puro  

dello  

sport:  

quello  

di

permettere    

la    

positiva    

espressione    

del    

più

autentico   

e   

profondo   

Sé,   

inoltre   

attraverso   

la

propria immagine esteriore.

Come        

si        

interviene        

per        

superare

l’Overtraining?

L’Overtraining         

si         

palesa         

quando         

il

sovraffaticamento  

generale  

avvertito  

unicamente

in  

alcune  

zone  

del  

corpo,  

non  

viene  

sin  

da  

subito

affrontata sia a livello fisico che mentale.

L’utilizzo  

di  

tecniche  

di  

rilassamento  

che  

possono

stimolare  

la  

consapevolezza  

dello  

sportivo  

circa  

la

sensazioni        

corporee        

e        

emotive        

che

accompagnano      

lo      

stato      

di      

affaticamento

eccessivo,  

è  

in  

grado,  

quindi,  

di  

stimolare  

il  

riposo

psicologico  

ed  

il  

recupero  

del  

benessere  

psico-

fisico dell’atleta agendo contro lo stress.

Inoltre  

un  

buon  

intervento  

può  

essere  

in  

grado  

di

aiutare  

a  

realizzare  

che,  

per  

quanto  

lo  

sport  

sia

fondamentale  

e  

utile,  

vi  

sono  

anche  

altri  

aspetti

nella   

vita   

che   

lo   

sono   

ugualmente   

come:   

la

famiglia, il lavoro, le relazioni sociali ecc.

STUDIO MILANO Riceve su appuntamento DOTT. STEFANO BECAGLI Via Domenico Millelire  Milano (Zona San Siro) Dista 950 metri dalla fermata PRIMATICCIO linea M1 (ROSSA) Bus: 63/64 E’ possibile richiedere un appuntamento ai seguenti contatti: Telefono: 349 3810997 e-mail: info@stefanobecagli.it
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© Copyright Dott. Stefano Becagli - Psicologo Clinico e dello Sport - Riceve in Via Zurigo 24/4 Milano - Tel. 349 3810997 
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